lunedì 20 aprile 2009

PROFESSIONI LIBERE

Signore e signori , ben ritrovati anche stasera a “Miserie e Velleità”, la trasmissione dei professionisti subalpini! Un applauso per tutti voi dal nostro meraviglioso pubblico in sala ! Grandi novità ci attendono stasera !(Applausi scroscianti, qualche grida di Bravo! Alcuni fischi di approvazione)
Il recente incontro con l’avvocato Wil Pajetta, che ci ha spiegato come funziona la ‘marchetta Pajetta’, ha avuto un travolgente successo. Un gradimento traversale. Una vera tempesta di telefonate, fax ed SMS (altri applausi), ma noi abbiamo il para-acqua. Vero, carissimi amici ? (applausi ritmati). Ma non sono solo le lodi, purtroppo c’è anche qualche voce fuori dal coro (boati di disapprovazione dalla platea). Ecco, ne prendo una a caso: è di una nostra carissima amica, che dice: “Mi sento offesa da quelle parole, come donna e come professionista, io che finora ho lavorato a testa alta in via Susa … “. Hai ragione, carissima. Proprio per fare qualcosa di bello e di buono, per farci sentire tutti per uno ed uno per tutti, abbiamo stasera con noi un’ospite speciale. Una decana, se si può dire così., una veterana della zona di Porta Susa. In senso buono naturalmente. Un vero punto di riferimento di saggezza e savuàr vivr per le giovani e meno giovani generazioni ! Graditissima e brillante come sempre ….. tòta Immacolata Ferrero, meglio nota ai più grigi di noi come ‘la contessa di Castiglione’ !

(Un’anziana e distinta signora si avvicina con fare elegante e si siede compostamente, sorridendo al pubblico)

Tòta Ferrero, mi diceva che lei non gradisce più esser chiamata con il titolo nobiliare … Come mai ?

Beh, sa, ‘scolti. Io mica sono nobile veramente … E poi un tempo aveva senso che mi chiamassero così, quando esercitavo, ora basta. E’ il nome che mi davano i clienti, per brevità. Ed anche perché lavoravo giusto di fianco alla caserma , quella dei bersaglieri, ricorda ? Ha presente dove adesso c’è … sì, insomma, dove adesso ci lavora tanta gente, ma a quel tempo ce n’era molta di meno. Con tutto che c’era l’intero battaglione ‘La Marmora’, muli ed asini compresi, ma certo meno di adesso. E si lavorava ! Per Dìo come si lavorava ! poi perché noi eravamo tutti specializzati, ciascuno aveva un suo giro sicuro. E così avevamo anche un nome, per distinguerci. Mica come adesso, con tutte queste targhe di ottone e gli esperti in questo e quello spuntano come i funghi in tutto il quartiere, e poi tanto uno vale l’altro. Un altro po’ di colleghi stavano anche giù, dove c’era il mattatoio. Adesso là ci sono i giardini pubblici ma è diventato un posto veramente infrequentabile, mi creda, pieno di gente con le borse flosce e le scarpe a punta e la cravatta reggimental, Gesugiuseppemmaria ! A tutte le ore, io ho paura a passarci ormai. Quelli si credono che c’è ancora la caserma! A quel tempo no, il traffico era scarso, c’era quello che veniva a portare le vacche dalla campagna ed arrivava ad ore precise, le sei, le sette di mattina. Sempre con i pantaloni di velluto a coste, estate inverno, ed il gilet con l’orologio e la catena coi ciondoli. Eh, mica tanto signorini erano quelli, ma pagavano bene, altroché. Bei soldoni in rotoli tenuti con l’elastico ! Mica come ‘sti zombie di adesso.

Certo che lei è una vera miniera di ricordi, tòta Ferrero !

Era una bella zona quella, veramente. Si lavorava tranquilli, avevamo il nostro trantran. Poi c’erano quelli che erano specializzati con le carceri: i secondini, i detenuti appena liberati, i parenti in visita …. Quelli lavoravano però fra via Sacchi e le officine della Westinghouse, li vedevamo poco: ma erano gente tranquilla, comunque. Badava al sodo, e sapeva fare il suo. Sa, la clientela loro era di un esigente !
Una clientela esigente ?Certo, esigentissima. Erano tutti espertissimi in … si, insomma, non mi faccia dire quella parola, in bocca ad una signora anziana non sta bene … Come dire, noi di qua del Corso eravamo bravissimi sul civile, e loro invece in particolare in quell’altro diritto … Sa, quello dei clienti delle carceri …

Ah, certo, certo. Anche gli spettatori avranno di sicuro capito ! E ci dica, tota Ferrero. Cosa altro vede cambiato, da quegli anni ?

‘Scolti, qua è proprio cambiato tutto. Troppe galline nell’aia, come si dice: non c’è più scrupolo, non c’è più religione. Uno arriva col suo pezzo di carta e vai ! giù a credersi chissà chi. A muover la lingua a vanvera, a gesticolare a vuoto ed a pretendere pure d’esser preso sul serio dai clienti! Risultati, scarsi, con personaggi sempre più difficili da accontentare e sempre pronti a dare la colpa a te. Una volta c’era più rispetto per la professione, e soprattutto per il cliente. Per prima cosa, anzi, era il cliente che non ti costringeva ad atti umilianti. Sennò vedevi come lo si rimetteva in riga ! Adesso più nulla. E poi adesso ci sono questi impresari immobiliari, questi parassiti figli di mamme loro, che sfruttano i poveretti di sotto, gli fan fare cose turche. Ma di professionista hanno solo il nome, manco i conti san fare. Io sì che li facevo bene, per questo mi chiamavano ‘contessa’. Non ci sono nemmeno più salottini accoglienti per far fare anticamera ai visitatori, che anche se chiacchieravano solo erano sempre una buona pubblicità per l’attività. Sparite anche quelle rivistine messe lì per ingannare il tempo, e più niente tappezzerie imponenti finto damasco che davano l’idea del lusso, della serietà ! Macché, ora quei posti sono – mi scusi il termine – delle “conigliere”: due, tre, anche quattro professionisti per stanza, che si danno il turno, ad ore ! Ma lei si immagina cosa ho sentito l’altra sera da un’amica ?

No, cosa ha le ha detto ?

Che per fare arrivare più luce del sole, e risparmiare sulla bolletta un noto impresario di via Susa vuole fare aprire della grandissime finestre in ogni stanza, ma proprio sulla strada, al piano terra ed al primo piano ! Ma si immagina dove andremo a finire ? Dice la mia amica che questo impresario una volta è stato all’estero, ed ha visto che ci sono posti dove va di gran moda far così, stare così sulla strada che tutti quelli che passano vedono cosa stai facendo … Capace che ti fanno pure le fotografie mentre stai lavorando. E tutto per risparmiare qualche euro dell’ENEL !

Certo che non si può fermare il progresso, tòta Ferrero.

Non dico di fermare il progresso, ma di metterci un po’ di zucca. Far le robe che servono, non quelle che gettano discredito sull’esercizio dell’arte. Ad esempio, ne dico una. In Danimarca, - che poi è lì vicino a dove hanno inventato queste grandi vetrine, ma per Dio mi dica se è un paese civile quello ! – se uno è handicappato ed indigente è lo Stato che paga per il nostro servizio. Siamo un sostegno sociale, insomma: i diritti di tutti vanno difesi ! Questa è civiltà ! Altro che toglierci pure le tariffe minime ! E di handicappati ce n’è pieno in giro, gente che sragiona, che per cinquanta centesimi si rovinerebbe l’esistenza … Non sarebbe bello se lo Stato ci pensasse, che desse loro un po’ di consulenza specialistica, un momento di raccoglimento, di meditazione, e perché no, anche di sfogo ? e così si farebbe avere anche un po’ di lavoro serio a questi colleghi più giovani che ne han tanto bisogno. Tanto dementi restano comunque. Invece c’è pure qualcuno che gli dà corda gratis …

Cambiamo argomento, tòta Ferrero. Come era ai suoi tempi il modo di esercitare la professione ?

Tanta tanta umiltà, innanzitutto. Si iniziava da giovanissime, e sempre dalla gavetta, sempre in ginocchio sui ceci secchi. Nessun grillo per il capo, mai. I nostri anziani ci insegnavano poche certezze, ma di quelle da non dimenticare mai. Specializzazione, soprattutto. Serietà, mica come adesso che aprono la bocca a vanvera. Tutto il resto lo si imparava in trincea, consesso dopo consesso, marca dopo marca. Al futuro bisogna pensarci per tempo: viene una certa età che le battaglie non si possono più combattere con gli ardori giovanili, e bisogna arrivarci preparati . Si fa in fretta a finire nel ridicolo. Il primo segreto era di conoscere bene la natura degli uomini: mai farsi trarre in inganno da quelli che sembrano, sembrano e poi pffff., si sgonfiano come i palloncini a piazza Vittorio. Pffff. Sbagliano i conti, battono i piedi per terra e tirano i telefoni sui muri: insomma, questi uomini sono un disastro , sono sempre lì a parlare di soldi. Mai dargli fiducia, si fan del male da soli e ti ritrovi anche tu derrière parterre, come mi dicevano quando mi specializzavo alla Cannebière. Poi però ci sono pure quelli che non gli daresti una cicca ed invece sono i più pericolosi. Guai a sottovalutarli, questi: capace che ti mettono sotto e non ne viene più fuori. Ed i giovani d’adesso, ad essere messi sotto non ci sono abituati: ci rimangono malissimo quando gli capita, ed invece si mettono da soli in certe posizioni imbarazzanti, che mai avrebbero immaginato ! Ma c’era un altro segreto che i nostri vecchi ci ripetevano sempre: col cliente, mai a gratis e mai per piacere. Les bons conts font les bons amis. Si sa come si comincia e mai come si finisce. Purtroppo i giovani se lo dimenticano, e si lasciano coinvolgere in storie col padrone di casa, con il collega. Un disastro, poi non te ne liberi più. Ed ancora, raccomandavano di metter mano solo a pratiche sicure fin da principio, e fare molta attenzione anche dopo. Un accidente fa presto a capitarti, e poi come fai a lavorare ? Solo pratiche sicure !

Molto, molto interessante. E che altro vi raccomandavano i vostri vecchi ?

Dicevano sempre: “Tutto quel che volete, metteteci tutti voi stessi. Cuore, testa, anche altro ma la faccia no. La faccia non mettetecela mai. Ricordatevi sempre che voi lavorate con la faccia”. A me sembrava un po’ strana questa storia della faccia, eravamo sempre lì al buio con le tende di damasco tirate, mica era ancora arrivato quel tizio là ad inventarsi le vetrine sulla strada. Ma poi ho capito cosa volevano dire i nostri vecchi! Volevano dire: se il cliente pretende di farvi fare e dire cose spregevoli, da svergognare supremamente qualunque professionista che abbia un po’ di rispetto di sé stesso, non fatele. Perché la faccia è la vostra, e di faccia ne avete una sola. Si fa in fretta a perderla e si fa ancora prima a risapersi che l’avete persa. Via Susa è piccola, ci dicevano ! C’è gente che non aspetta altro per … ! Ma se proprio non potete rifiutare, perché vi siete inguaiati da soli, beh, allora prima almeno mettevi una bella mascherina da Zorro !

Bella idea, questa della mascherina da Zorro, però funziona solo nei faccia a faccia. Ma gli atti ? Come si fa con gli atti ? si possono mica concludere con una bella “Z” ?

Vedrà che si arriverà anche a quello, è solo questione di tempo. La sensibilità sulla privacy sta crescendo anche fra noi. Sto giusto mettendo in bella copia un volumetto, per aiutare queste leve più nuove ad affrontare con lo spirito giusto le asprezze del terzo millennio: dopotutto via Cavalli e via Sacchi sono sempre quelle che conoscevo anch’io, le difficoltà della vita per noi sono sempre identiche.

Davvero, tota Ferrero, si sta dando alle belle lettere ?

Non è mai troppo tardi, come diceva quel tale. I nostri amici carissimi che adesso si affollano in tre per stanza e firmano sciocchezze scritte da altri, avranno qualche perla di saggezza. Credo che si chiamerà “Oro-glotto-chiropratica per giovani praticanti , con esercizi illustrati“. Sono sicura che sarà utilissimo per evitare i disastri più comuni della professione di oggi. Sto cercando un partner della mia età disponibile ad aiutarmi per le illustrazioni, ma ancora non l’ho trovato.

Chissà che questo annuncio pubblico non serva allo scopo ! Siamo giunti anche al termine di questo nostro incontro. Salutiamo con affetto tota Ferrero, che nel cuore dei pensionati rimane sempre la “contessa di Castiglione” della nostra gioventù. Ringraziamo ancora il nostro bel pubblico e ci auguriamo che anche la nostra amica di via Susa ci abbia seguiti fin qua, e d abbia apprezzato le parole schiette e sagge della nostra ospite. A proposito, tota Ferrero, mi saluti tanto suo cugino, il tessitore !
Buonanotte a tutti !

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