lunedì 23 marzo 2009

ACTIO PAJETTAE

- Signore e signori buonasera e ben ritrovati al nostro appuntamento settimanale de “La pazienza”, la trasmissione dedicata ai professionisti subalpini.

Per il ciclo Miserie e velleità, abbiamo gradito ospite questa sera l’avvocato Wil Pajetta, che molti di voi ricorderanno. E’ una figura molto nota fra i colleghi, anche se non abbastanza. Permettetemi questa nota personale di solidarietà, vista la disinvoltura dell'esimio Pajetta davanti alle telecamere e non solo … Vi prometto, graditi ascoltatori, che faremo di tutto per rendere la figura e la competenza dell’avvocato Wil Pajetta più popolari ancora ! L’avvocato Pajetta credo ci divertirà stasera con la sua consueta arguzia e schiettezza che tanto ci affascina. Risponderà alle domande che ho selezionato fra le numerosissime giuntemi da parte vostra nei giorni scorsi.

Come il titolo indica, Miserie e velleità, l’avvocato Pajetta ci svelerà i suoi segreti più nascosti, ci racconterà la sua visione del mondo e della società, nonché di come si possa sopravvivere e prosperare nella giungla urbana subalpina. Argomenti appassionanti, come voi cari ascoltatori immaginerete: se rimarrà tempo, daremo anche voce direttamente a qualcuno di voi di solleticare l’estro e la competenza dell’avvocato Pajetta ponendogli domande in diretta.
Ma bando agli indugi, diamo fuoco alle polveri ! Ecco a voi, in esclusiva per Miserie e velleità, l’avvocato Wil Pajetta !


(Squilli di trombetta e rulli sincopati di tamburi di latta in sottofondo. Un fischietto da stadio intona le prime tre battute di “Funiculì funiculà”)

- Avvocato Pajetta ben tornato fra noi ! Entriamo subito nel vivo, come si aspettano i nostri fedeli ascoltatori. Si sente in forma per affondare il coltello nella piaga ?

- Buonasera a lei ed a tutti gli ascoltatori. Certo, non sono un chirurgo, io con i coltelli non ci so fare molto, ma restando in famiglia un paio di fratelli esperti li trovo … Ah ah, fratelli coltelli, che bella battuta, poi forse ve la spiego meglio ! Si, si, cominciamo. Cominciamo pure.

- La nostra rubrica si chiama, come ben sa, Miserie e velleità. Sbarcare il lunario è sempre più difficile in questi tempi di crisi, che consigli ha da dare agli ascoltatori ?

- Fate causa, fate causa ! E come legale rivolgetevi a me, sennò non serve !

- Perché non serve ?

- Perché altrimenti i soldi li fanno i miei colleghi, non io. Chiaro no ? Io vi garantisco tutto: pane, amore e pure fantasia. Soprattutto, tanta fantasia !

- Ma cosa le dà la certezza di vincere le cause ?

- Ingenuo, ingenuotto … Mi stuzzicate a rivelar subito i segreti ? Ebbene sia: avete presente Previti e Taormina ? Pieni di clienti famosi con cause strampalate, e per i clienti meno famosi condanne senza appello con parcelle da capogiro e veleni a piene mani ? Eppure hanno successo ! Li leggete i giornali ? E vi siete mai chiesti perché ? Semplice: dopo anni, anni e anni passati a leccare tutto il leccabile e pure l'inleccabile turandosi il naso, finalmente un loro caro amico si è trovato nella condizione di fare lui le leggi. Così, Previti e Taormina fanno credere ai clienti che tramite il loro amico possono far fare le leggi che comodano loro. Anche se non è sempre vero, sono loro che fanno soldi a palate ! Ma sono veramente intelligenti, competenti Previti e Taormina ? Non sta a me dirlo, lo dirà la Storia. Noi giureconsulti siamo anche storici ! Io dico solo il loro è un agire vecchio, superato. Ora è venuto il tempo dell’ actio Pajettae !

- Ci spieghi, ci spieghi avvocato. Cosa è l’ actio Pajettae ?

- Modestamente, è una mia invenzione, di cui vado molto fiero. Un mio segreto di fabbrica. Ma lo spiegherò volentieri agli ascoltatori, magari con un esempio. In punta di diritto, come diciamo noi giureconsulti, l’ actio Pajettae è null’altro che l’ actio rejectio rejectionis, objectio objectionis. Supponiamo che emerga il brocardo - c'è sempre un brocardo che emerge ancorché bagatellare - che rara avis sed lex. Lei che farebbe ? Cave canem, è ovvio ! Ma dato che canis est quia non canet, ecco che l’ actio Pajettae mette le cose a posto a favore del reo che è anche attore. Comico, ma pur sempre attore.

- Avvocato, forse gli ascoltatori sono un po’ confusi dalla terminologia legale. Potrebbe fare un esempio più concreto, più della vita di tutti i giorni ?

- Certo, certo. Però nella pratica della Legge bisogna usare i termini giusti sennò non ci si capisce. Cercherò di scendere terra terra. Ho proprio un esempio calzante e scarpante, non me lo sono preparato apposta, è proprio vita vissuta di questi giorni. Un caso che ho fra le mani. Ecco, si tratta di questo. Mi puti questo caso … Me l’ha putato ? Bene, bene. Allora, putiamo il caso che io voglia aiutare me stesso ed i miei fratelli a fregare un tizio, (un caio qualunque, una nullità, un puzzone vilissimo ), per una cifra che valga la pena del disturbo. Diciamo qualche centinaio di migliaia di euro.

- Ma come, avvocato ! Lo dice così ? Fregare un tizio qualunque di qualche centinaio di migliaia di euro per tornaconto suo e dei fratelli suoi ?

- Ma scusi, questa rubrica si chiama o no Miserie e velleità ? Mica siamo dalle Orsoline del Cenacolo. Devo fare un esempio misero e velleitario sennò non sono in tema ... insomma le sto facendo un caso concreto ! Vabbé, putiamo che il tizio, il caio, la nullità insomma - quello che dobbiamo fregare, per capirsi - sia un fratello anche lui: è contento così ? Allora, io ed i miei fratelli dobbiamo fregare qualche centinaio di migliaia di euro ad un altro fratello nostro. Lei come farebbe ? No, non mi risponda: non mi dica quelle solite frasi fatte “ ma fra fratelli, ma scherziamo davvero, ma chi penserebbe mai di fare una cosa del genere …” : parliamo seriamente. Perché io seriamente, con i tanti anni di esperienza professionale le dico che un sistema c‘è. E sicuro. Per prima cosa, alla nullità intendo, gli faccio causa per 108 euro. Anche se non me li deve, gli faccio causa ugualmente. Giusto perché capisca chi è che comanda, ovviamente dopo la mamma, la moglie, la figlia e la gatta, e senza dimenticare sorelle e nipotine.

- Va bene, avvocato, è lei che comanda: ma perché 108 euro ? Non aveva detto che voleva portargliene via alcune centinaia di migliaia ? E poi, scusi, se non glieli deve non glieli darà mai. Quello resiste, si oppone, dimostra che non glieli deve !

- Ebbravo lei ! Fortuna che fa solo l’intervistatore, e non l’avvocato ! Sarebbe disoccupato e pure affamato cronico! Le toccherebbe andare a piangere un piatto di minestra tutte le mattine dalla mamma ottuagenaria ! No, adesso le spiego come si fanno queste cose. Tanto per cominciare, lei deve essere mentalmente certo e sicuro, pervicacemente e assolutamente convinto che quei soldi l’inetto glieli deve sul serio anche se non è vero. La convinzione granitica fa il vero verbo del giureconsulto. I dubbi non sono consentiti ! Quindi, black out totale ! Non apra le raccomandate, non guardi gli estratti conto, non parli nella maniera più assoluta con qualcuno che potrebbe consigliarla a comportarsi in modo appena appena più prudente. E’ uno stato zen della mente: al mondo non esiste, non deve esistere altro che quella causa a suo fratello. Mortale e fulminea, da 108 euro ! Una bastonata alle reni ! Zac ! Zac !

- E poi ?

- E poi, e poi .... Si arriva in sede di giudizio ed il fesso, il pavido, il derubabile insomma, se non si è calato le mutande prima, dimostrerà magari che i soldi non li deve dare ad esempio perché li ha già dati, ma io il mio conto in banca non lo controllo mica, sono mica scemo ! Soffro di vertigini, per di più. Convinctio convictionis facit pajettam securum ! C’è perfino il caso che l’infame chieda la restituzione di altri quattrini che gli avevo fatto pagare in più. Perché con le banali quattro operazioni ho sempre avuto problemi, a cominciare dalle banali divisioni, ma vuol mettere sentirsi investito di un sacro potere che torna così comodo alla mamma ed a pagare la retta dell’asilo indocinese ? Solo a pensarci mi sento un un frissone da divisore nato !. Per soprammercato può anche capitare che quel porcone cominci a sputtanarmi sul blog, e chi sa che altro si è già inventato che ancora non so ! Ecco: quello è il momento della actio Pajettae ! Zac ! Una sciabolata ! Ac-tio Pa-jet-tae ! Né Previti né Taormina sono mai arrivati a tanta scienza forense. Quelli si limitano a robe all’antica: corrompere i giudici, farsi le leggi a comodo loro. Tutta roba costosa, lunga nei tempi, incerta. Ac-tio Pajettae ! La legge non è necessario cambiarla: basta IGNORARLA. In tutti i sensi, in tutte le accezioni. IGNORARLA ! Certo: l’actio Pajettae riesce meglio se la legge proprio non l’hai mai studiata, o l’hai studiata per finta e te la sei dimenticata il giorno dopo l‘esame passato con diciotto. Ma funziona anche negli altri casi, anche se vagamente ti ricordi qualche articolo. Fondamentale è essere uno che se ne frega - come diceva il compianto De André - perfino della decenza. Parola di Wil Pajetta ! Uno solo deve essere il concetto: Actio Pajettae, rejectio rejectionis, objectio objectionis, bidi bodibi bu : io prima faccio causa per 108 euro, e se non riesco a dimostrare un ben nulla, allora tiro fuori qualcos’altro. Per meglio dire, invento a spada tratta. Fratelli coltelli ? Ed allora giù con le spade ! Anzi, il malefico ha rubato pure quell, aggiungiamolo in corso di causa! Non andava bene la ragione dei 108 ? E ne inventiamo una per 5.000, per 12.732, 26, per 20.260 ! Magico crescendo, un'estasi orgasmica che non finisce mai! E quell’altro - il fesso, il puzzone intendo dire - ha un bel cercare di difendersi, ma no, nemmeno i 20.260 gli devo … ogni volta io zac! Actio Pajettae bis ! tris ! quater ! una manganellata da lottatore continuo, invenzioni del Codice invece che chiavi inglesi Beta 36! Zac ! Zac ! Finirà prima o poi che il giudice o l’avvocato avverso si stancano di cercare di dipanare, capire, giustificare, di chiosare, di puntualizzare e dimostrare, no ? Zac ! Zac ! Actiones Pajettae come se piovesse, a due due finch’è il fesso fratello non le vede dispari ! Fare causa per A, poi se non la spunto chiedere B e se quello insiste a dimostrare che sparo a caso (con una “s” sola, sia chiaro), dopo ancora insinuare che il giudice deve rispondere anche su D, E F e tutto l’alfabeto. Così si arriva prima o poi alla cifra che vuole la mamma ed il giudice si stufa ed io ho ragione. Ha capito come funziona ?

- Davvero, avvocato, sono basìto, Resto di sasso. Una simile sottigliezza giuridica, un vertice inarrivabile di astuzia processuale e di conoscenza degli uomini … Che fortuna averla qui con noi stasera, e che fortuna ci abbia voluto rivelare questo suo segreto professionale che chiunque, logicamente, cercherebbe di tenere solo per sé.

- Effettivamente, sono orgoglioso della mia caratura professionale. La sto inquadrando ora in una più vasta teoria giuridica, che in omaggio alla cultura d’oltralpe ho intenzione di chiamare “théorie de la soupe continue”. Soupe continue, piatto di minestra dopo piatto di minestra, per vent’anni. Pranzo e possibilmente cena e magari pure merenda. E’ un ricordo della passata gioventù da lottatore continuo, e un omaggio deferente alla mamma che sempre sia lodata. Che ne pensa ?

- Mi sembra un’idea eccellente, come al solito. Avvocato, lei è un sole, una fornace, un altoforno a colata continua di idee brillanti. Una copia autentica di una memoria dimostrativa della theorie de la soupe continue vel Actio Pajettae è disponibile gratuitamente per tutti gli iscritti all’Ordine. I vicini di casa possono chiederne copia in pergamena.
Grazie, grazie ancora avvocato Pajetta, grazie di cuore anche a nome di tutti i fedeli ascoltatori di Miserie e velleità.
Arrivederci alla prossima puntata per una nuova, sensazionale chiacchierata con l’avvocato Wil Pajetta.

Buonanotte a tutti !

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